22 Maggio 2009
Le bollicine Ferrari sono d?obbligo per l?Inquieto dell?Anno, don Ciotti
E per gli inquieti il Ferrari è d’obbligo. L’ironia è venuta spontanea a tanti nei tre giorni di una delle più originali manifestazioni italiane, la Festa dell’Inquietudine che, ideata, ovviamente dal Circolo degli inquieti, nel 1996, incorona in ogni edizione l’Inquieto dell’Anno, leggendo nell’inquietudine che caratterizza i nostri tempi una fisionomia positiva ed espressiva di grandi qualità. Un’iniziativa che ha consacrato straordinari inquieti come, per dire qualche nome, Gad Lerner, Gino Paoli, Antonio Ricci, Oliviero Toscani, Costa-Gavras, Règis Debray, Milly e Massimo Moratti. Inquieto dell’Anno per l’ultima edizione è stato nominato don Luigi Ciotti. Spiega la motivazione che “l’inquietudine che opera in don Ciotti è potente e rigogliosa” e ha favorito quella “grande opera umanitaria che lo ha reso uno dei cittadini italiani più noti e stimati a livello internazionale”. Gli Inquieti che dal 15 al 17 maggio si sono ritrovati a Finale Ligure nel complesso monumentale di Santa Caterina di Final Borgo, e tra loro Gianna Schelotto, Eleonora Giorgi, Domenico De Masi e Oliviero Toscani, sono stati affiancati nei brindisi che hanno punteggiato i tre giorni dalle bollicine Ferrari e un jeroboam con etichetta personalizzata ha consacrato la nomina di don Ciotti a Inquieto dell’Anno.
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E’ una cultura legata alla ritualità del cibo e alla celebrazione dei momenti di convivialità, dove il consumo è moderato e consapevole.
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